martedì 8 maggio 2012

La vera Storia di Andrea Vaccari. Merita di essere letta direttamente dal blog di chi ha scritto l'articolo.

mercoledì 11 aprile 2012

CI è RIMASTA UN PO' DI DIGNITà?



Ho visto spesso gli italiani scendere in piazza per i motivi più svariati; il I°maggio, Festa dei Lavoratori, scendono in piazza centinaia di migliaia di persone fra canti, balli, concerti e...sfilate politiche. Tutti in piazza, da molti anni, in difesa dei diritti dei lavoratori e del lavoro stesso, per un futuro (dicono) in cui il diritto al lavoro sia tutelato e garantito. Oggi, 11 aprile 2012, il tasso di disoccupazione in Italia è al 9,2% (oltre la media OCSE ndr), la benzina è oltre 1,80 €/l., la pressione fiscale è passata dal 25,4% del 1975 al 43,4% e dal 2012 agli anni avvenire crescerà ancora fino al 45% (dal 2000 tutti gli altri hanno tagliato). Fonte dati.
C'è un tragico senso di immobilismo generale che personalmente non capisco fino a quanto possa durare. Gli Italiani hanno questa "pacifica" capacità di lasciarsi rullare dalle Istituzioni con eroica sottomissione; si, è vero, ci lamentiamo un po'...ma alla fine ci sacrifichiamo, ci inventiamo qualche stratagemma di sopravvivenza ma alla fine paghiamo!. Sono sempre stato convinto che la violenza non abbia mai portato un popolo alla vera libertà e ne sono convinto tutt'ora, ma mi chiedo: A noi Italiani, ci è rimasta un po' di dignità?

giovedì 13 maggio 2010

LE SENTENZE "DIVINE" DELLE AGENZIE DI RATING

di Ivano Durante

Le agenzie di Rating sono quelle aziende di servizi che esprimono delle valutazioni sulla capacità di far fronte ai propri debiti, da parte di società private, enti e stati nazionali. Sono nate nel 1909, le più famose sono Moodys, Standard & Poor’s e Fitch. Nel tempo sono diventate importanti a tal punto da condizionare i mercati. Nel 2008 sono state accusate di non aver per tempo avvisato i mercati dei crack finanziari in arrivo, si pensi per esempio a Lehman Brothers.
Le indagini di questi anni hanno portato alla luce comportamenti di complicità tra chi ha emesso i voti e chi li ha ricevuti. I fatti che stanno emergendo nei processi americani rivelano accordi segreti tra agenzie di rating e società finanziarie per assegnare buone valutazioni a titoli che non le meritassero, per di fatto riuscire a “sbolognarli” meglio e trasferire i rischi ai primi sprovveduti malcapitati.
Il crack finanziario comunque, sembra essere stato quasi dimenticato e le agenzie di rating sono ritornate al loro ruolo di giudici supremi, tanto che, come in questi ultimi tempi, basta una loro revisione negativa sul giudizio di uno Stato (vedasi Grecia e Spagna) per destabilizzare i mercati mondiali, mettere in crisi l’economia e la tenuta dell’euro: non è forse troppo potere?
Nonostante i sospetti di collusione, di accordi per addomesticare i voti, le loro valutazioni diventano per i mercati e per le economie delle “sentenze divine” alle quali il mercato reagisce istintivamente. Il loro giudizio vale guadagni o perdite di miliardi di euro. Come possono riuscire ad essere imparziali?
Una recente analisi dell’economista Lodovico Pizzati su dati economici ufficiali riguardanti i principali stati UE, evidenzia che, se Spagna, Portogallo, Italia e Irlanda sono soggetti considerati a rischio sbandamento e attirano le attenzioni degli addetti ai lavori, oggettivamente, gli altri stati della Ue, dovrebbero ricevere la stessa attenzione, in quanto, dati alla mano, non se la passano molto meglio.
Il mercato finanziario è caratterizzato da un’unica e una sola costante: il rischio. Può essere di diversi tipi, compreso quello che le agenzie di rating seguano logiche per nulla professionali nell’assegnazione delle valutazioni.
Come orientarsi? Non c’è una soluzione a questa domanda, ma i rischi e gli imprevisti diminuiscono se le nostre scelte finanziarie sono legate ad una pianificazione ferrea che sia basata più sul buon senso che su meri aspetti tecnici (opportunamente pilotati) o, peggio, sull’indicazione dell’autoproclamatosi “guru” di turno.

Dott. Ivano Durante - Tel. 0422 444 114 - Cell. 340 6980649 - e-mail: ivano.durante@donadiandpartners.it

Consulente Finanziario Indipendente per le aziende e le famiglie ed esperto di pianificazione previdenziale

lunedì 26 aprile 2010

STELLA STELLINA...

di Eugenio Benetazzo

Ve la ricordate ? Stella, stellina, la notte è piccolina, tutti gli animaletti dormono stretti stretti, e anch’io con la mia mamma, adesso vado a nanna. Chissà quante volte ve l’hanno cantata quando eravate dei pargoletti in culla durante la tenera età ! Direi ora di proporre un rifacimento per adeguarla ai tempi che ci attendono: stella, stellina, il peggio si avvicina, la notte è molto scura, ed io ho tanta paura. Le recenti esternazioni di istituzioni e capi di governo in Europa riguardanti la situazione macroeconomica dell’Europa non possono essere lasciate al mero commento quotidiano, ma devono tentare di essere interpretate. Angela Merckel che propone con rigore teutonico e severità britannica l’uscita dall’area Euro per tutti i paesi non allineati ai parametri di Mastricht, Mario Draghi, in qualità di Presidente del Financial Stability Board, che mette in guardia circa la efficacia e durata della cosidetta “ripresina” in atto, e Jean Claude Trichet che dissente aspramente su queste esternazioni.

Possiamo noi fidarci di questi “cappellai matti” che negli anni precedenti non hanno saputo prevedere che cosa sarebbe accaduto all’economia europea aprendo le frontiere alle merci “globalizzate” di Cindia e parallelamente dando il via alla fiera della cuccagna facendo prestare denaro a tutti senza tanti complimenti ? Come può un’area geografica (la vecchia Europa) che ha voluto inizialmente ostentare tutta la sua magnificenza puntando sul potenziale manifetturiero interno e su grandi flussi di export avere un futuro industriale ed occupazionale, se ora assistiamo lentamente ad una progressiva opera di deindustrializzazione. Ci hanno sempre osannato la privatizzazione di ogni risorsa nazionale come la strada vincente per il successo e la crescita del PIL, ma adesso ci accorgiamo che tutti i governi europei sono dovuti intervenire per dare ossigeno ad un malato ormai moribondo ed in prossimità di uno stadio terminale.

I malati aumentano mese dopo mese, quasi come se ci fosse una epidemia che porta in seguito al contagio finanziario al successivo
collasso industriale. Prima era la Grecia a preoccupare, ormai la quarantena si allarga sempre più arrivando a mettere in discussione anche il futuro del Regno Unito, il paese europeo con le famiglie più indebitate. Quest’anno il quadro peggiorerà violentamente durante il secondo semestre facendo emergere situazioni di ingestibilità strutturale anche per la Spagna e l’Italia. Il paese iberico paga pesantemente un modello di sviluppo insostenibile sul medio/lungo termine, incentrato sulla speculazione immobiliare e su un potenziale turistico farlocco. Forse in otto anni riassorbiranno l’invenduto, ammesso che le due grandi banche spagnole non collassino prima e portino il paese al default finanziario.

Tuttavia per il vecchio stivale la situazione è molto più tragica: di fatto stiamo svendendo e polverizzando le uniche risorse che rappresentavano il vanto del nostro paese: il potenziale manifatturiero (artigianato e distretti industriali) ed il marchio made in italy, che ormai non ha più alcuna valenza significativa. Entro sette anni perderemo almeno il 40 % della nostra capacità manifatturiera: significa altri milioni di posti di lavoro che si aggiungereanno a quelli attuali, nella speranza che qualcuno si inventi come propore l’assorbimento o il riciclo attraverso altri nuovi settori (e quali sarebbero di grazia ?).
Interventi immediati per alleviare il dolore di chi sta morendo ce ne sono: e non ci vuole tanta fantasia per inventarli, basta semplicemente andare a copiare dai paesi che al momento stanno sorprendendo il mondo. Mi riferisco a misure contingenti da attuare quanto prima come la nazionalizzazione del sistema bancario, la tassazione della prostituzione, la detassazione degli utili investiti, l’abbattimento coatto dei costi di rappresentanza popolare (tradotto significa ridurre drasticamente i compensi di chi ci governa, partendo dall’europarlamentare arrivando al consigliere comunale), la difesa integrale del vero prodotto artigianale italiano, non dimenticando infine l'imposizione di dazi doganali per tutti quei prodotti porcheria che invece entrano liberamente in Europa ed in Italia, una minaccia per le nostre aziende oltre che per la nostra salute.

Possibile che chi governa il nostro paese non si renda conto di quello che sta accadendo ? Sono forse così assorbiti dalla loro beghe di partito (tanto la destra quanto la sinistra) da non sentire il lamento dell’imprenditore morente, soffocato ormai da un sistema bancario che decide la vita o la morte della piccola impresa ? Forse a tutto questo vi è un’altra lettura ? Forse. Potrebbero sapere infatti benissimo che cosa sta accadendo, proprio perché a qualcuno interessa la morte del moribondo. Chi sarebbe allora questo qualcuno interessato ad un’Italia che si appresterà a fare la fine della Grecia ? Per una volta tanto proviamo a fare dietrologia. Per chi non lo sapesse ancora, l’Italia è il paese più ricco al mondo, ma non per ricchezze depositate nel sottosuolo, quanto per risorse ed attrazioni ubicate nel soprasuolo. Abbazie, musei, teatri, pinacoteche, ville, quadri, statue, parchi e comprensori faunistici, spiagge demaniali ovvero quello che viene volgarmente chiamato il patrimonio artistico e naturalistico.

Noi italiani saremo anche quattro volte campioni del mondo al gioco del calcio, ma nella gestione e sfruttamento economico di patrimoni e risorse dobbiamo solo imparare da tutti.
Visto che gli italiani non sanno valorizzare e sfruttare economicamente un patrimonio in termini di ricchezza che tutti gli altri ci invidiano, vi possono essere degli operatori e soggetti economici (multinazionali, fondi sovrani, fondi speculativi, famiglie di banchieri) che potrebbero essere interessati ad impossessarsi di queste fenomenali ed inesauribili risorse, acquistandole o rilevandone i diritti di sfruttamento per i prossimi secoli a venire. Se questo vi sembrerà una pazzia ricordate che qualche istituzione autorevole ha recentemente proposto la vendita delle isole greche per risanare la situazione economica proprio della Grecia !
Per cui quando arriverà anche il momento dell’Italia (perché state certi che arriverà) a quel punto verranno proposte come soluzioni quelle solitamente avanzate dal FMI ovvero la privatizzazione delle risorse del paese. Se questa ipotesi vi sembra irrealizzabile, riflettete un momento su chi è stato nominato a gestire il
Ministero del Turismo con l’attuale governo e chi invece era stato incaricato di promuoverlo nella precedente legislatura. Stella, stellina, il peggio si avvicina, la notte è molto scura, ed io ho tanta paura.

martedì 20 aprile 2010

CANE PRELATO E MADONNA GRIFFATA. LA MOSTRA DISSACRANTE DI ALTAVILLA VICENTINA

Alla galleria Atlantica di Altavilla la personale del dissacrate milanese De Molfetta. Il gallerista Rigon: «Le sue opere sono richiestissime»


di Giulio Todescan per Corriere Veneto

















La madonna di De Molfetta ha un velo Vuitton


ALTAVILLA VICENTINA (Vicenza)—E’ considerato l’enfant terrible della scultura italiana contemporanea: Francesco De Molfetta, prolifico artista milanese trentenne conteso dalle gallerie italiane (in questi mesi espone a Milano, Roma e Bari), ha inaugurato venerdì 16 aprile una mostra personale alla galleria Atlantica di Altavilla, alle porte di Vicenza, aperta fino al 22 maggio. Con due pezzi forti inediti e piuttosto corrosivi: «Lourdes Vuitton» è una Madonna che, mani giunte e occhi al cielo, indossa una tunica di pelle firmata da capo a piedi con la nota sigla «LV»; «Vaticane» è una sorta di Minotauro formato da un cane bronzeo la cui testa è una scultura di un prelato con tanto di mitra vescovile. «Sono pezzi unici, e faranno parte di un catalogo che uscirà il mese prossimo - racconta il giovane gallerista, Paolo Rigon -. De Molfetta ama dissacrare i simboli del consumismo contemporaneo, decontestualizzando oggetti kitsch e costruendo un’opera spesso su un cortocircuito tra parola e immagine. Ma alla base c’è una manualità finissima: la Madonna è una scultura originale d’epoca, recuperata e ridipinta, mentre la tunica firmata non è stampata, ma dipinta lettera per lettera. Così come il cane, un calco in bronzo del cane dell’artista stesso, mentre la testa di vescovo è un paramento sacro recuperato». Entrambe le opere hanno già ricevuto diverse offerte di acquisto. Di simbologie allegramente demolite ce ne sono anche altre, nel mondo ludico dello scultore: c’è un’insegna «Alitaglia» dipinta sulla tela, lacerata da un modellino di aereo giocattolo in picchiata (un pezzo del 2008, quando si era in piena crisi Alitalia). E poi piccole sculture che riproducono in scala naturale gli oggetti del consumismo, «abitati» però da un’orda di omini lillipuziani creati uno a uno da De Molfetta. Come il brodo Star che ospita una coppia in atteggiamenti molto intimi, ed è ribattezzato porno-Star. Ironico, ma proprio per questo in linea con lo spirito provocatorio di De Molfetta, è anche che la galleria Atlantica abbia la sua sede in un edificio di uffici nell’anonima zona industriale di Altavilla Vicentina, fra autostrada e ferrovia. «Non è così facile lavorare in un paese così piccolo, ma ultimamente a Vicenza e dintorni qualcosa si muove nel mondo dell’arte. Il problema è che a volte si espongono artisti di rilievo italiano o internazionale e nessuno ne parla, nessuno lo sa» racconta Rigon. Alla parete c’è un neon, opera di De Molfetta, che illumina alternativamente le parole «Christies» e «Crisi». «E’ un’opera sarcastica, ma non vera - sorride il gallerista -. Se c’è un settore dove la crisi non si sente, è proprio il mercato dell’arte».

IN CHE MODO SI STA CERCANDO DI AFFOSSARE L'EURO

di Michele Fossati
Account Manager di IFOREX

Un articolo del Wall Street Journal del 26/2/2010 ha svelato una cena avvenuta due settimane prima in cui i maggiori esponenti dei principali hedge funds (fondi d'investimento) a livello mondiale hanno cospirato contro l’euro.Gente del calibro di Soros, Paulson, Einhorn ha capito che l’Europa è vulnerabile a causa della situazione economica di alcuni paesi come il Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna (da qui il termine dispregiativo PIGS) e ciò può mettere in serio pericolo l’economia di tutta Europa affossando di conseguenza la moneta unica.Lo scopo principale di questa elite finanziaria anglo-sassone è quello di portare l’euro alla parità contro il dollaro facendo svalutare il cambio fino al 30%. Molti dei presenti (fra cui Soros già famoso per aver guadagnato in un giorno un miliardo di dollari con un operazione sulla sterlina inglese nel 1992) hanno già guadagnato delle enormi cifre acquistando i cds (credit default swap) e speculando quindi sulla possibile bancarotta della Grecia. La Federal Reserve americana ha aperto un’inchiesta e i governi europei stanno cercando delle soluzioni per difendersi dall’attacco di questi hedge funds ma intanto dobbiamo prendere atto che, da inizio febbraio ad oggi, il valore del cambio euro-dollaro è sceso circa del 5% passando da 1.40 a 1.33 (come puoi vedere dal grafico qui sotto).

martedì 13 aprile 2010

IL LIBRO SUL MIO COMODINO

Questo piccolo libricino vuole perorare la causa dell’indipendenza del Veneto dallo Stato italiano e lo vuole fare con il sorriso sulle labbra. L’autore promette solennemente che durante la lettura non correrete il pericolo di incorrere in insulti, violenze verbali o razzismi. Infatti l’autore non ama insultare (e in questo caso non capisce nemmeno cosa ci sia da insultare), non è una persona violenta (nemmeno verbalmente) e non è razzista (anche perché per lui il termine razza non significa nulla).

L’autore gradirebbe molto che questo piccolo libricino fosse letto soprattutto da quelle persone che mai si sognerebbero di appoggiare la causa dell’indipendenza del Veneto dall’Italia, siano essi residenti in Veneto o meno, dato che è intimamente convinto della ragionevolezza delle sue idee e che molte persone che reputano l’Indipendenza Veneta una follia, alla fine della fiera, abbiano qualche pregiudizio involontario da eliminare.

L’autore ci tiene a precisare che questo non è un libricino di partito. Ossia, l’autore è sì socio del Partito Nasional Veneto e lo ritiene il partito migliore della Via Lattea, ma alcune considerazioni che qui verranno esposte possono non coincidere con la linea di partito o della maggioranza dei suoi membri. Inoltre, l’autore ricorda che questo piccolo libricino nasce dal blog Venetia Libertarian e svilupperà anche alcuni post lì scritti originariamente.

In definitiva, questo libricino, più che esporre nuove tesi, cercherà di fare una leggera summa e una sintesi introduttiva di tutte le buone, anzi, buonissime ragioni a favore dell’indipendenza del Veneto e della ragionevolezza e normalità di questa proposta. Spero che il risultato non vi faccia venir voglia di non leggere più un libro.



Articolo originale

Scarica il libro QUI ...pensate che è perfino gratis!